Patrimonio demoetnoantropologico e immateriale

Per ‘patrimonio culturale immateriale’ s’intendono le pratiche, rappresentazioni, espressioni, sapere e capacità, come pure gli strumenti, artefatti, oggetti, e spazi culturali associati, che le comunità, i gruppi e, in alcuni casi anche i singoli individui, riconoscono come parte integrante del loro patrimonio culturale, ovvero non la singola manifestazione culturale in sé, ma il sapere e la conoscenza che vengono trasmessi di generazione in generazione e ricreati dalle comunità in risposta al loro ambiente, all’interazione con la natura e alla loro storia.

Il patrimonio immateriale garantisce un senso di identità e continuità ed incoraggia il rispetto per la diversità culturale, la creatività umana, lo sviluppo sostenibile, il rispetto reciproco tra le comunità stesse ed i soggetti coinvolti.

Il patrimonio immateriale, come indicato all’art. 2 della relativa Convenzione del 2003, è individuabile in 5 settori:

  • tradizioni ed espressioni orali, incluso il linguaggio in quanto veicolo del patrimonio culturale immateriale
  • arti dello spettacolo
  • consuetudini sociali, riti ed eventi festivi
  • saperi e pratiche sulla natura e l’universo
  • artigianato tradizionale

L’articolazione delle Soprintendenze Archeologia Belle arti e Paesaggio in aree funzionali prevede un’area funzionale attraverso cui la Soprintendenza esercita le attività di tutela, valorizzazione, promozione, salvaguardia del patrimonio culturale anche demoetnoantropologico e immateriale.

Le predette attività sono esercitate nel rispetto delle norme e principi del D.Lgs. 42/2004 e e ss.mm.ii Codice dei beni culturali e del paesaggio, della Convenzione Unesco per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale del 2003, ratificata dall’Italia con Legge n. 167/2007, e della Convenzione Unesco sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali del 2005, ratificata con Legge n. 19/2007 in tema di protezione e promozione delle diversità delle espressioni culturali.

Con la ratifica, inoltre, della Convenzione di Faro del 27 ottobre 2005 con Legge 133/2020, si intende promuovere una comprensione più ampia del patrimonio culturale e del suo rapporto con le comunità che lo hanno prodotto ed ospitato, riconoscendo il patrimonio culturale come l’insieme delle risorse ereditate dal passato, riflesso di valori e delle credenze, e la comunità patrimoniale quale insieme di persone che attribuiscono valore a quel patrimonio.

La Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio in particolare:

  • svolge attività di vigilanza e ispezione nel territorio di competenza per la tutela dei beni demoetnoantropologici
  • svolge attività istruttoria e proposte di dichiarazione e verifica di interesse culturale dei beni etnoantropologici e/o delle testimonianze materiali delle espressioni di identità culturale collettiva da sottoporre alla Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale
  • nell’ottica di collaborazione tra demoetnoantropologia e altri settori fornisce un contributo demoetnoantropologico nella tutela dei beni paesaggistici
  • autorizza l’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere sui beni culturali demoetnoantropologici
  • si occupa del restauro di beni etnoantropologici e delle testimonianze materiali delle espressioni di identità culturale collettiva
  • impone ai proprietari, possessori o detentori di beni culturali gli interventi necessari per assicurarne la conservazione
  • collabora con il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri e con gli organi di polizia giudiziaria per le attività di controllo della circolazione dei BB.CC., la utela e la repressione delle violazioni in materia di patrimonio culturale
  • autorizza progetti di ricerca e studio su beni demoetnoantropologici
  • svolge istruttoria per le autorizzazioni al prestito di beni demoetnoantropologici per mostre ed esposizioni
  • collabora con insegnamenti universitari, centri di ricerca, associazioni dedicate al patrimonio demoetnoantropologico e immateriale, con gruppi organizzati su base volontaria e/o gruppi definibili quali “comunità di eredità”
  • collabora, su indicazione dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale ai progetti nazionali quali “Mappatura delle Rievocazioni storiche”, “Censimento gruppi folcloristici, manifestazioni e collezioni folcloriche”

Documenti

Il MIC provvede alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale e alla promozione delle attività culturali, nonché alle funzioni attribuite allo Stato in materia di beni culturali e paesaggistici, spettacolo, cinema, audiovisivo e turismo